Il prossimo 31 dicembre 2020 (salvo proroghe) scadono i termini per usufruire del credito di imposta pari al 6% per investimenti in beni strumentali nuovi.
Al credito di imposta possono accedere:
- Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di appartenenza;
- I professionisti.
Il credito d’imposta è riconosciuto sugli investimenti in beni strumentali con le seguenti caratteristiche:
- Devono essere beni strumentali nuovi;
- Devono essere acquistati entro il 31/12/2020, oppure entro il 30/06/2021 a condizione che:
- L’ordine sia effettuato entro il 31/12/2020;
- Siano stati versati acconti pari almeno al 20% entro il 31/12/2020.
- Devono essere strumentali all’attività d’impresa o all’attività professionale;
- Le fatture emesse devono contenere l’espresso riferimento alla norma della legge di Bilancio che ha istituito l’agevolazione.
Rientrano per esempio nell’agevolazione l’acquisto di attrezzature, macchinari, impianti specifici e generici, mobili ed arredi, macchine d’ufficio, mezzi di trasporto con immatricolazione autocarro.
Sono specificamente esclusi dall’agevolazione:
- le autovetture, i ciclomotori ed i motocicli;
- I fabbricati e le costruzioni.
Il credito d’imposta è pari al 6% del costo del bene, comprensivo dei costi accessori e verrà fruito mediante compensazione con modello F24 in 5 quote annuali di pari importo a partire dall’esercizio 2021.
Esempio di risparmio:
Si ipotizzi che l’impresa nel 2020 effettui investimenti in beni strumentali nuovi per 10.000,00 Euro.
Il credito spettante sarà pari al 6% di 10.000,00 Euro, ossia 600,00 Euro.
Il credito potrà essere usato in compensazione in F24 negli esercizi 2021-2022-2023-2024-2025, in 5 quote da 120,00 Euro cadauna.
Nota bene: recentemente l’Agenzia delle Entrate ha fornito un chiarimento circa la corretta indicazione della norma in fattura. Qualora la fattura elettronica non riporti l’indicazione della norma in questione, la fattura può essere regolarizzata in 2 modi:
- Attraverso la stampa cartacea e la regolarizzazione a penna del documento;
- Attraverso l’emissione da parte del fornitore di una nota di credito e di una successiva ri-emissione della fattura elettronica contenente la dicitura richiesta.
Su questo aspetto sono state sollevate delle perplessità per le quali si attendono ulteriori chiarimenti.